io non ho nulla da dire

(Marino Moretti 1911)

giu
20


Tre sì per i maxiemendamenti al ddl sicurezza, su cui il governo aveva posto la fiducia. Per oggi è prevista la votazione della Camera sul pacchetto sicurezza, che dovrà poi tornare al Senato per l’approvazione definitiva. Reato di clandestinità, ronde, registro dei clochard, permanenza fino a sei mesi nei Cie: sono solo alcune delle norme contenute nel disegno. Ma questo è solo l’ultimo atto di una faccenda che riguarda strettamente anche le cronache degli ultimi giorni: da diverse settimane l’Italia è al centro di polemiche internazionali per la questione dei respingimenti dei migranti.
Prima il caso Pinar, in aprile: un mercantile turco al centro di un contenzioso tra governo maltese e italiano. La nave aveva soccorso 140 migranti, perlopiù provenienti dal corno d’Africa, in balia del mare nel canale di Sicilia e si era poi vista negare il permesso di approdo da entrambi i governi. Per diversi giorni, in condizioni sanitarie ai limiti, con acqua e viveri sempre più scarsi, l’imbarcazione è stata lasciata in mezzo al mare. La contesa diplomatica, anche a seguito dell’intervento Ue, è stata risolta e i 140 disperati sono sbarcati in Sicilia.
È scattata quindi la linea dura: pochi giorni fa le motovedette italiane hanno respinto una caretta del mare con a bordo circa 200 persone prima che potesse raggiungere il limite delle acque territoriali italiane. Tutti quelli che erano a bordo sono stati forzatamente riportati sulle coste libiche, da cui erano partiti. Intervistati da alcuni quotidiani, i superstiti della Pinar hanno espresso la loro preoccupazione, raccontando delle torture all’ordine del giorno nei centri di detenzione libici dove ora sono stati riportati i 200 profughi.
Dure le reazioni della Cei e dell’Onu. L’alto Commissariato per i diritti dei rifugiati ha criticato l’atteggiamento del governo, sottolineando che molti dei rimpatriati avevano i requisiti per ottenere l’asilo politico e non c’è alcuna garanzia che la Libia rispetti i loro diritti sanciti dalla giurisdizione internazionale. Simile la posizione della Chiesa, che ha fatto un appello alla solidarietà.
Il premier Silvio Berlusconi ha invece ribadito il suo appoggio alla linea dure del ministro Maroni, condividendo l’opinione che in Italia ci siano già troppi emigrati. Diviso il Pd: la linea ufficiale è di opposizione a simili misure, ma non sono mancate voci a difesa della legittimità dei respingimenti da parte di Piero Fassino e Francesco Rutelli.
Anche la votazione dei tre maxiemendamenti ha suscitato diverse polemiche. Avendo il governo posto la fiducia non si è votato a scrutinio segreto: questo avrebbe determinato un voto di allineamento al partito e non di merito sulle norme in discussione.

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Sono nata a Milano il 23 giugno 1986, ma attualmente vivo a Torino dove frequento il Master in Giornalismo

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